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La fine...di cosa?


The End è il titolo che Ragnar Kjartansson ha scelto per ben due opere, una ambientata a Venezia e una sulle Montagne Rocciose del Canada. Già, ma la fine… di cosa?

Era il 2009 e Ragnar Kjartansson aveva creato un progetto per il padiglione dell’Islanda alla Biennale di Venezia: vestito da pittore bohémien, ritraeva senza sosta un modello seminudo, coperto solo da un costume da bagno, che mangiava, beveva birra, suonava la chitarra. Dalla stanza adiacente, una canzone richiamava l’attenzione dei visitatori: entrando nello spazio si veniva catapultati in un’atmosfera completamente diversa, quella delle montagne rocciose canadesi. The End era un’opera senza fine: per sei mesi, tutti i giorni, Kjartansson vestiva i panni del pittore, mentre nella stanza vicino il concerto sulle montagne iniziava e finiva in un loop ipnotico. Il titolo della performance era ispirato alla situazione economica dell’Islanda, che proprio in quegli anni stava attraversando un lungo periodo di crisi: rifugiandosi prima nel silenzio delle Montagne Rocciose e poi in uno studio d’artista a Venezia, l'artista ha dato vita a dei personaggi che con la musica e la pittura decidevano di godersi una dolcissima fine lontani dall’isola natale.

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