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Osservare il mondo con estrema attenzione


Questa pratica quasi scientifica, minuziosa, che consiste nel lavorare sulle immagini creando delle serie è riconoscibile in tanti artisti contemporanei.

I fotografi Bernd e Hilla Becher, per esempio, si sono dedicati dalla fine degli anni sessanta a fotografare architetture industriali obsolete: la scelta del bianco e nero, di un taglio fotografico molto oggettivo, di una prospettiva sempre uguale, contribuisce a dare grande unità al loro lavoro a livello estetico.

Un esempio un po’ diverso è quello offerto dal progetto di Zoe Leonard Analogue, una serie di fotografie scattate tra il 1998 e il 2009 che documenta la trasformazione dello spazio urbano a partire da alcune vetrine di piccole attività commerciali locali che vengono sostituite piano piano da grandi catene internazionali. Le fotografie compongono una serie molto organica: il suo lavoro è mosso dall’intento di registrare la memoria di un luogo, le trasformazioni che lo attraversano, con uno sguardo emotivo e nostalgico.

Il caso dell’artista Sophie Calle, invece, intreccia la registrazione oggettiva della realtà a una grande passione per la fiction e il racconto di invenzione: prendiamo per esempio il progetto The Hotel, durante il quale l’artista si è fatta assumere come cameriera in un albergo di Venezia per tre settimane, durante le quali ha fotografato gli interni delle stanze che si trovava a rassettare. Queste fotografie, molto simili a delle immagini di prove scattate su una scena del delitto, sono diventate lo spunto per una narrazione immaginaria, in cui Sophie Calle ha provato a ricostruire e raccontare la storia degli sconosciuti che albergavano nelle diverse camere.

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