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E Goshka Macuga?


Sette postini trasportano una lettera di grandezza inusuale: altra due metri e lunga quattordici, questa lettera viene fatta sfilare per le strade di Varsavia, partendo dall’ufficio postale per poi fermarsi di fronte alla Foksal Gallery. È il 1967, e questo evento è organizzato da Tadeusz Kantor, scrittore e artista polacco, con l’obiettivo di protestare contro il rigido regime di censura vigente nel proprio paese. Quarantaquattro anni dopo, nel maggio 2011, Goshka Macuga rimette in scena la stessa performance, indirizzando la lettera questa volta alla Galleria Nazionale Zacheta, per porre l’accento sulle proteste che avevano investito degli artisti ospiti proprio della Galleria durane una mostra del 1989. Il lavoro di Macuga è un lavoro storico prima di tutto: la sua performance è un reenactment (una rimessa in scena) di quella di Tadeusz Kantor, preceduta dallo studio e dal recupero del suo lavoro. Ma è anche un'azione politica: così come Joseph Beuyes ha fatto chiudendosi in gabbia con un coyote, Macuga decide di affrontare un tema caldo non attraverso una semplice protesta, ma con una protesta artistica. La documentazione pensata da Macuga è l’opera d’arte stessa: la scelta dell’artista è quella di lasciare nelle sale di un museo non un insieme di fotografie di documentazione, ma questo grande arazzo con sopra riprodotto un momento della performance.

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