La sera del 9 marzo, il governo italiano dichiara l’inizio di una quarantena nazionale che limita gli spostamenti su tutto il territorio. Ci si potrà muovere da casa solo per motivi lavorativi e situazioni di emergenza, e solo muniti di un’autocertificazione che motivi le ragioni dello spostamento. Locali e negozi vengono chiusi; molti uffici e luoghi di lavoro si attrezzando per attivare modalità di smart working. Nel giro di pochi giorni, le città si svuotano.
Ai primi giorni di spaesamento segue un fenomeno inaspettato: dal 13 marzo, accogliendo inviti che rimbalzano sui social e sulle chat private, le persone chiuse in casa iniziano ad uscire sui balconi, e a cantare tutte insieme.
La didattica a distanza ha iniziato a diffondersi in tutte le scuole, insieme al sospetto che la chiusura sarà più lunga di quella immaginata: gli studenti della scuola secondaria si trovano con i professori in classi virtuali, quelli della scuola primaria vengono sollecitati dagli insegnanti tramite esercizi e piccoli compiti.
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